La gioia dell’accogliere ogni famiglia e farla sentire speciale
Smarrimento: è la sensazione dominante per chi si trova a dover affrontare un ricovero in ospedale, specie se quell’ospedale si trova a tanti chilometri di distanza da casa, specie se chi sta male è un bambino e il genitore si trova ad essere il suo unico punto di riferimento.
Tutto può essere diverso, però, se l’ospedale, parallelamente alla cura in senso stretto, investe nell’ospitalità.
E’ proprio di smarrimento che ci parla A., la mamma di M.
A. ci racconta che, dopo la nascita, i medici hanno comunicato la diagnosi di cardiopatia grave e il prossimo intervento presso l’OPA di Massa.
M. è stato operato la prima volta quando aveva 7 giorni con una degenza di 2 mesi; l’anno dopo è rimasto un mese per la seconda operazione.
Undici anni dopo, mamma e figlio sono di nuovo ricoverati per il terzo intervento.
A. ci racconta di come lei e il marito si sentissero spaesati, spaventati e smarriti al loro arrivo, ma di come si siano sentiti subito a casa dopo l’incontro con le volontarie e le infermiere; al punto che, le volte successive, si sono sentiti sempre più pronti ad affrontare il percorso di intervento e degenza “la seconda volta non avevo più quel peso e quella paura perché sapevo dove andavo, chi trovavo e a chi potevo rivolgermi”.
A., come molte altre mamme nella sua condizione, ha conosciuto l’Associazione direttamente in reparto, grazie alle attività di supporto e accompagnamento che le volontarie offrono quotidianamente. E’ così arrivata a Elisa ed Enrica, riportandoci di come durante la prima chiacchierata con loro sia scattato qualcosa che le ha fatte subito sentire vicine “come persone di famiglia”. A. racconta di come grazie all’Associazione abbia ricevuto molte informazioni su tutto: viaggi, alloggi, medicine, città etc.
Oggi il papà di M. alloggia in una delle stanze messe a disposizione nelle accoglienze gestite da “Un Cuore, Un Mondo”, così da poter stare vicino al figlio e senza pensare a soldi e spostamenti, ma concentrandosi esclusivamente sulla sua famiglia.
A. ci saluta, il terzo intervento di M. è andato bene, ringrazia Associazione e volontarie per l’accoglienza e il supporto durante e dopo il ricovero, qui ora hanno una casa a cui tornare e dove non si sentiranno mai più soli.